Salento tra Arte e Storia
Già dalla preistoria provengono le prime interessanti testimonianze del ricco passato del Salento: a partire dalle splendide Veneri di Parabita risalenti a 15.000 anni fa agli innumerevoli resti fossili che ci hanno fatto conoscere i primi “abitanti” di questa terra; dagli importantissimi e spettacolari graffiti della neolitica Grotta dei Cervi a Porto Badisco alla “casa” dell’uomo paleolitico, la Grotta Romanelli, a strapiombo sul mare di Castro e alla vicina Grotta Zinzulusa, un vero trionfo distalattiti e stalagmiti. Potremmo enumerare tutte le grotte che caratterizzano la sponda adriatica salentina, ma sono decine e decine di anfratti ognuno con un suo colore e riflesso, tutti da esplorare. Nell’entroterra, diffusi in tutto il territorio, i rinomati dolmen e menhir, chiare testimonianze degli antichi culti. La prima civiltà organizzata che abitò il Salento è quella messapica, ancora in parte avvolta nel mistero. Le numerose campagne di scavo di questi ultimi anni hanno riportato alla luce le rovine delle antiche città e imponenti cinte murarie negli odierni centri di Cavallino, Ugento, Muro Leccese, Patù, Roca e Vaste. A sé, la storia e la cultura della Grecìa Salentina: un’area comprendente i nove comuni di Calimera, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino. In essi esistono ancora tracce della civiltà greco-bizantina nonché del griko, un idioma incredibilmente simile al greco moderno. L’originalità dell’architettura e particolare lingua rendono questo luogo unico al mondo. I numerosi castelli, le torri costiere e le masserie fortificate disseminati per tutto il territorio sono tra i più noti ed identificativi simboli del Salento che ci testimoniano il suo essere terra di conquista da parte di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Veneziani e Saraceni. I castelli risalgono per lo più al Rinascimento (XV e XVI secolo). Altissimi esemplari di architettura militare sono il Castello di Carlo V a Lecce e la città fortificata, con tanto di fossato, di Acaja. Mentre resta unico, unendo alla perfezione la destinazione militare dell’edificio a quella residenziale artisticamente notevole, quello di Corigliano d’Otranto. Le torri costiere, nonché quelle di Lecce e di Leverano, sono dei veri e propri capolavori di architettura militare e stessa funzione difensiva avevano le masserie fortificate dell’entroterra. In ultimo ricordiamo gli innumerevoli muri a secco che caratterizzano le strade e le campagne e le paiare contadine, rifugio di agricoltori e pastori. Tra i monumenti architettonici che fin qui abbiamo rapidamente descritto, merita un capitolo a parte l’arte sacra. Anche qui, la storia è lunghissima. Le prime testimonianze di arte sacra, se si escludono quelle antichissime simboleggiate appunto da dolmen e menhir, risalgono all’VIII sec., quando numerosi anacoreti perseguitati da Leone III imperatore di Bisanzio si rifugiarono nel Salento, prima nelle grotte costiere poi trasformando quelle dell’entroterra in chiesette che si impreziosirono di affreschi raffiguranti icone sacre di notevole bellezza. Nacquero poi le chiese del Basso Medioevo e quelle del periodo umanistico-rinascimentale. Ma la più alta espressione dell’arte sacra si avrà con il barocco, simbolo dell’arte leccese: la chiesa di Santa Croce è unica, si potrebbe stare ad ammirare per ore la sua facciata per scoprirne tutti i numerosi particolari che così bene furono scolpiti nella morbida pietra leccese. Chi viene nel Salento per scoprire il barocco, non dovrà dimenticare di visitare anche Galatina, Nardò, Galatone, Gallipoli, Alessano, veri gioielli di arte sublime. Più spirituale e mistica la cattedrale di Otranto, se non altro per la sua triste storia e per i suoi martiri nonché per lo stupefacente mosaico del XII secolo.
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